sabato 8 luglio 2017

Riflessioni sull'inceneritore di Colleferro



Tirare sempre in ballo le eventuali penali da pagare, serve alle amministrazioni (tutte) per giustificare le scelte consapevoli ma dannose, quelle tecniche sbagliate e gli errori politici . I politici hanno il dovere di tutelare in primis la salute dei cittadini anche a costo di incidere negativamente sul bilancio del proprio comune. Curare chi si ammala costa di più.

Riflessioni

L’inceneritore di Colleferro è autorizzato (fino al 2027) a bruciare 220mila tonnellate di combustibile da rifiuti in due diverse linee: una di proprietà di Lazio Ambiente Spa (società di cui la Regione ha deciso ora di cedere le quote) e l’altra di EP Sistemi, che al 60% è di Lazio Ambiente e al 40% di AMA.
EP Sistemi a dicembre 2016 ha ricapitalizzato con 5,8 milioni destinati all’ammodernamento dell’inceneritore (fine lavori marzo 2018) e l’amministratrice AMA Antonella Giglio, autorizzata dall’ex assessora all’ambiente Paola Muraro, ha versato la sua parte di 2,8 milioni.

Il nuovo presidente della municipalizzata AMA, Lorenzo Bagnacani, messo di fresco dal 5S al posto della Giglio, a sorpresa ha votato a favore del revamping ovvero dei lavori di ammodernamento per riaccendere l’impianto, sancendo nei fatti l’inversione dell’orientamento capitolino.

A quanto pare la giustificazione dell’attuale assessora Pinuccia Montanari e della Commissione ambiente capitolina (penali di 15 milioni di euro che graverebbero su AMA in caso contrario) ricalca all’incirca la posizione della giunta 5S di Marino che resta paralizzata nel contrasto alla maxi cementificazione di S. Maria delle Mole paventando immani disastri per le penali che gli pioverebbero addosso dai palazzinari. I quali ben contenti continuano ad alzare piani su piani.

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